Dopo ben 7 anni di progettazione, il 9 agosto 2019 è stato presentato il nuovo sistema operativo targato Huawei al mercato cinese. La platea, composta prevalentemente da tecnici, ha molto apprezzato il nuovo arrivato, individuato come un sistema operativo supportato da diversi dispositivi. Ma è realmente così? Hongmeng OS – come viene chiamato in Cina – riguarderà solo l’IoT come dichiarato in un primo momento dalla vicepresidente del gruppo Catherine Chen?
Scopriamo di più su HarmonyOS.
Caratteristiche principali di HarmonyOS
La novità del colosso cinese è stata sviluppato seguendo quattro criteri fondamentali: continuità, fluidità, sicurezza e unificazione. Cosa significa? E che vantaggi offrono simili proprietà?
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Perché HarmonyOS è continuo
La continuità del sistema operativo risiede nella sua architettura distribuita e alla virtual bus technology, che propongono una piattaforma di comunicazione condivisa, una gestione suddivisa dei dati e una pianificazione distribuita tra le attività e le periferiche virtuali. In questo modo, ogni developer potrà dar vita a nuove applicazioni con molta facilità e potrà eseguirle su device diversi evitando di modificare il codice. -
Perché HarmonyOS è fluido
Sarà in grado di fronteggiare problemi di prestazioni insufficienti grazie al Deterministic Latency Engine e ad una nuova comunicazione interprocesso (IPC) ad alte prestazioni. Soprattutto il primo permetterà di ridurre la latenza di risposta delle applicazioni, rendendo allo stesso tempo le prestazioni dell’IPC 5 volte più efficienti di altri sistemi operativi. -
Perché HarmonyOS è sicuro
Utilizza un modernissimo design del microkermel che promette maggiore sicurezza e minore latenza. HarmonyOS è il primo sistema operativo, inoltre, ad usufruire della verifica formale nei TEE dei dispositivi, aumentando ulteriormente la sicurezza. In questo modo, la probabilità di attacco è praticamente nulla. -
Perché HarmonyOS è unificato
Come già anticipato, permette di realizzare nuove applicazioni e distribuirle su vari dispositivi senza cambiarne il codice. L’unificazione di più device, diversi tra loro, è quindi finalmente possibile.
HarmonyOS: come sarà in Europa
Il sistema operativo lanciato da Huawei è stato presentato e lanciato sul mercato corredato da un gran numero di tecnicismi che, a primo impatto, non sono sicuramente comprensibili dalla più ampia fetta di pubblico. Inoltre, il pubblico che ha assistito ad una prima presentazione era prettamente cinese, già abituato ad alcuni adattamenti di Huawei per Apple, ad esempio, o che comunque non deve confrontarsi con gli applicativi di Google. Le 4 caratteristiche principali precedentemente elencate, quindi, sono sicuramente veritiere, ma ci sono alcuni aspetti da chiarire per far capire bene agli utenti (soprattutto europei) a cosa andranno realmente incontro.
Ecco 6 punti sui quali fare maggiore chiarezza:
1. HarmonyOS non è il primo sistema operativo di Huawei
Nonostante sia stato spacciato praticamente per tale, Huawei ha già creato in passato altri OS e il più famoso è sicuramente LiteOS, che ancora oggi viene utilizzato su milioni di dispositivi a 7 anni dalla sua nascita. Il suo successo è stato enorme, soprattutto in Cina, tanto che sarà inserito all’interno di HarmonyOS 1.0 per supportare il passaggio verso il nuovo sistema operativo. Quindi, tutti i dispositivi che ad oggi usano LiteOS potranno dialogare senza alcun problema con i primi prodotti basati su Harmony.
2. HarmonyOS non è un prodotto finito
Al contrario di quanto si sia fatto credere, HarmonyOS non può essere caricato su smartphone, TV, tablet o altri dispositivi in pochi minuti, quindi non consiste in un prodotto finito, bensì in una base di partenza sulla quale applicare altri moduli da adattare ad ogni singolo dispositivo.
Per dirlo in parole povere, non è paragonabile ad Android. Paradossalmente, Apple o Samsung potrebbero adottarlo come base per sfruttarlo sui loro dispositivi. Sicuramente non accadrà mai, ma l’esempio serve a far capire come HarmonyOS non sia il sistema operativo di Huawei ma, più correttamente, è un sistema operativo creato da Huawei per tutti. Non per altro, l’azienda stessa l’ha reso open source, proprio per poterci costruire dell’altro sopra.
3. Il sistema operativo è open source, ma la parte applicativa non lo è
Sulla parte open source c’è da fare un passo indietro: Huawei distribuirà HarmonyOS come soluzione aperta a chiunque, ma questo non vuol dire che, ad esempio, il codice di uno smartphone sarà completamente aperto. Tutti i servizi e una buona parte degli applicativi che contraddistinguono gli smartphone Huawei resteranno di sua proprietà e non saranno, quindi, disponibili in versione open source. In sintesi: la base sarà libera, ma i prodotti creati dall’azienda cinese assolutamente no.
4. Sì alla compatibilità con Android, ma solo con ARK Compiler
Si è detto che HarmonyOS sarà compatibile con Android: verissimo, ma la maggior parte del lavoro verrà svolta dal compilatore ARK, sviluppato sempre da Huawei.
In che senso? Se uno sviluppatore realizzerà la sua applicazione Android con ARK compiler quest’ultima, con i dovuti adattamenti, potrà funzionare anche su HarmonyOS, ma con qualche eccezione: le app più semplici andranno fluidamente, ma per altre ci vorrà molto più tempo, dato che convertire le app Android non è così semplice, almeno in Europa.
5. Il vero HarmonyOS arriverà solo nel 2022
Come già detto, la versione 1.0 di HarmonyOS presentata in estate è una prima parte “alpha” del sistema operativo vero e proprio, sulla quale si lavorerà nei prossimi anni per arrivare ad una versione definitiva solo nel 2022. Al momento è già stato integrato nelle smart tv Honor e in qualche altro dispositivo, ma gli sviluppi futuri saranno quelli che faranno la reale differenza.
6. E in Europa?
HarmonyOS sta a Huawei in Cina come macOS e iOS stanno ad Apple nel resto del mondo, con la differenza che Apple possiede diversi sistemi operativi, mentre Huawei ne avrà solo uno. In teoria, HarmonyOS potrebbe ottenere un enorme successo, ma potrebbe anche subire la stessa sorte di LiteOS: utilizzato praticamente da chiunque in Cina ma totalmente sconosciuto in Europa.
Perché accade questo?
Perché Cina e resto del mondo, sul fronte dello sviluppo, viaggiano su rette parallele che, probabilmente, non si incontreranno mai, e la lingua gioca molto a sfavore. Potrebbe anche accadere che il sistema operativo arrivi in Europa, ma che risalti solo agli occhi dei più attenti che, leggendo la scheda tecnica, ad esempio, di uno smart speaker si accorgano della scritta “powered by HarmonyOS”.
In breve, per mettersi in pari con gli altri competitor, HarmonyOS avrebbe bisogno di almeno due anni solo per le applicazioni, e il mondo dell’alta tecnologia va così veloce che di certo non può aspettare così tanto. Di conseguenza, l’unica strada che Huawei può mantenere in Europa è quella già tracciata da Android con Google.
Cosa dice Huawei?
Durante la Huawei Developer Conference 2019 a Dongguan, il CEO Richard Yu afferma: “Stiamo entrando in un’era in cui le persone si aspettano un’esperienza olistica intelligente attraverso tutti i dispositivi e gli scenari. A supporto di ciò, abbiamo ritenuto importante disporre di un sistema operativo con funzionalità multipiattaforma migliorate. Avevamo bisogno di un sistema operativo che supportasse tutti gli scenari, che potesse essere utilizzato su un’ampia gamma di dispositivi e piattaforme e che potesse soddisfare la domanda dei consumatori di bassa latenza e sicurezza. Crediamo che HarmonyOS rivitalizzerà l’industria e arricchirà l’ecosistema. Il nostro obiettivo è quello di portare alle persone un’esperienza davvero coinvolgente e diversificata. Vogliamo invitare gli sviluppatori di tutto il mondo ad unirsi a noi per costruire questo nuovo ecosistema. Insieme, offriremo un’esperienza intelligente per i consumatori in tutti gli scenari”.
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